20 ANNI DOPO

Oggi sono passati esattamente 20 anni da quel mercoledì, in cui, in tarda mattinata, ci lasciava Luigi. Nevicava. Ero sull’autobus di ritorno dall’Università: prendevo sempre l’auto, ma quella volta avevo preferito il mezzo pubblico, visto il clima. Mi arrivò una telefonata, avevo il Siemens C25, il mio primo cellulare. Mentre l’autobus affrontava le curve di Mengara, pensai che in fondo Luigi non sarebbe mai morto. 20 anni dopo ho realizzato che quel pensiero autoconsolatorio che ebbi al momento era vero, non un semplice escamotage del mio cervello per iniziare subito ad elaborare il lutto. Mi manca, come mi mancano Pasolini, De Andrè, Brera, Agnelli o Biagi. Mi piacerebbe sapere cosa ne penserebbero di quello che sta succedendo, avere una loro frase su cui riflettere, una parola da soppesare. Le sue idee sono ancora attuali, come succede per gli autori classici, le sue interviste hanno centinaia di visualizzazioni ogni giorno: ciò che in lui sembrava eccentrico è diventato visionario, il bizzarro è divenuto saggio, il provocatorio precursore. Le sue frasi risuonano in consiglio comunale, vengono riprese da post di ragazzi che non erano ancora nati quando lui se n’è andato, viene citato su libri e giornali: sono ormai diventati modi di dire. Il mondo è pieno di bisochi. E adoni, ancora, non se ne vedono…Chiuso, Allegrucci Luigi.

(e io da quella volta non presi più l’autobus per Perugia)